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L' Associazione Italiana di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare è un’ Associazione volontaria, senza fini di lucro, il cui scopo è la promozione dello sviluppo scientifico e applicativo dell'impiego medico e biologico delle proprietà fisiche del nucleo atomico, e rappresenta il riferimento in Italia delle attività di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare.

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Stato attuale della formazione in area radiologica dei giovani medici nucleari in Italia. Risultati di una survey di AIMN GIOVANI.

Gli sviluppi tecnologici in campo diagnostico hanno portato negli ultimi decenni all'avvento di metodiche PET/TC e SPECT/TC sempre più accurate nel fornire dati metabolici unitamente a quelli anatomici. Inoltre, si è assistito all'incremento delle indagini PET/TC con mdc e all'utilizzo sempre maggiore della PET/TC nell'identificazione dei volumi di trattamento radioterapico. Questo scenario ha determinando la necessità di fornire ai medici in formazione specialistica competenze mirate a un miglior utilizzo delle metodiche ibride. Infatti, alcune scuole di specializzazione di medicina nucleare in Italia hanno attivato dei percorsi teorico/pratici con il fine di arricchire le conoscenze generali in radiologia e radioterapia. All’interno del gruppo AIMN-GIOVANI è nata l’idea di proporre un sondaggio tramite un sistema professionale gratuito, composto da 10 domande, come mostrato in Tabella 1, rivolto a specializzandi e neospecialisti, al fine di analizzare lo stato attuale della formazione in area radiologica dei giovani medici nucleari italiani. Le domande proposte erano mirate a capire se nel percorso formativo sono previste attività formative in radiologia e radioterapia. Nello specifico sono state indagate le modalità, il tempo e l’utilità percepita di tale esperienza formativa. Infine, è stato chiesto di esprimere quale approccio educazionale sarebbe preferibile per la formazione in area radiologica e radioterapica. Al sondaggio hanno partecipato 52 giovani colleghi provenienti da tutta Italia, dei quali 12 neospecialisti e 40 specializzandi provenienti da 17 scuole di specializzazione, su un totale di 18 atenei attualmente presenti a livello nazionale, come mostrato in Tabella 2. Dall’analisi delle risposte riguardo all’accesso alla formazione in area radiologica, domanda n° 3, è emerso che 30 (42%) intervistati non hanno svolto e non svolgeranno tale attività formativa. Questo dato, tuttavia, potrebbe essere sottostimato in considerazione della maggiore numerosità campionaria dei partecipanti provenienti da alcune scuole dove è noto che tale percorso formativo viene svolto. Le modalità formative più frequentemente adottate sono la frequenza continuativa e la partecipazione a seminari/lezioni. I risultati sono mostrati in dettaglio nel Grafico 1. In caso di frequenza continuativa questa viene svolta per una durata di 6 mesi nel 53% dei casi, 1 o 2 mesi nel restante 47% come emerso dalle risposte alla domanda n° 5. Dalle risposte alla domanda n° 6 sull’atteggiamento riscontrato da parte dei colleghi radiologi/radioterapisti è risultato essere “collaborativo e formativo” per 17 (55%) intervistati mentre “indifferente” per 12 (39%) e addirittura “ostile” per 2 (6%). Complessivamente, comunque, per coloro che hanno avuto modo di frequentare in radiologia/radioterapia l’esperienza è stata giudicata utile nel 82% dei casi, come risultato dalla domanda n° 7. A conferma della necessità di un percorso formativo radiologico dalle risposte alla domanda n° 8 è risultato che quasi la totalità 51/52 (98%) degli intervistati ritiene che un training teorico/pratico sarebbe utile per arricchire la propria formazione. Con una domanda a risposta multipla, la n° 9, è stato chiesto anche quale modalità di diagnostica per immagini in ambito radiologico possa essere più utile. E’ risultato che il 94% ritiene fondamentale un training pratico con inserimento nell’attività clinica in TC, il 62% e 40% anche in RM ed ecografia. La partecipazione a seminari e lezioni ha avuto il 48% delle preferenze. I risultati sono mostrati in dettaglio nel Grafico 2. E’ stata posta una domanda analoga anche per quanto riguarda l’ambito radioterapico con risultati analoghi anche se lievemente differenti. Infatti, rispetto al training radiologico, una percentuale inferiore di intervistati, il 75%, ritiene utile per il proprio background lo svolgimento di attività clinica mentre è maggiore la preferenza per l’utilizzo di seminari/lezioni con il 65%. I risultati sono mostrati in dettaglio nel Grafico 3. Nel complesso dal sondaggio emerge una disuguaglianza di percorsi educativi tra le scuole di specializzazione sia per quanto riguarda l’accesso alla formazione in ambito radiologico, sia per le modalità adottate, sia per quanto riguarda la durata. Anche laddove il percorso formativo radiologico/radioterapico viene messo in atto non è scevro da difficoltà. Infatti, non in tutte le istituzioni è possibile avere un training continuativo e la collaborazione da parte dei colleghi delle altre specialità è percepita come carente dal 45% degli intervistati. Tuttavia, una larga maggioranza, superiore all’80%, ritiene che questa esperienza sia stata utile per la propria formazione. La quasi totalità dei giovani medici esprime la necessità di acquisire nel proprio bagaglio le nozioni di radiologia e radioterapia. Per quanto riguarda le modalità di training in radiologia le preferenze appaiono di tipo più prettamente pratico con attività clinica in TC, ecografia ed RM. Mentre per quanto riguarda il training in radioterapia oltre all’attività clinica grande preferenza spetta anche alla didattica frontale. E’ nostra speranza che questi dati possano essere di spunto per gli organi competenti per la gestione delle scuole di specializzazione e per l’Associazione Italiana di Medicina Nucleare al fine di attuare iniziative mirate a garantire una omogeneità formativa su scala nazionale offrendo ai giovani medici strumenti adeguati e rispondenti alle esigenze percepite. Pierpaolo Alongi Coordinatore Nazionale I referenti del direttivo AIMN GIOVANI
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